BioeticaLa Prof.ssa Luisella Battaglia, Professore ordinario di ‘Filosofia Morale’ e di ‘Bioetica’ nella Facoltà di Scienze della Formazione all’Università degli Studi di Genova, è intervenuta questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus nel corso del programma “Genetica Oggi“.

“Dovremmo muoverci sul terreno di una ragionevolezza – ha detto Battaglia- che dovrebbe essere a nostra portata se soltanto fossimo un pochino più capaci di ragionare. Intendo dire che in questa vicenda quello che mi sembra emerga è, come nel caso di Charlie Gard, è proprio una incredibile, scandalosa capacità di comunicare. Da un lato la classe medica e poi i giudici, dall’altro la famiglia. E’ come se questa comunicazione fosse stata impossibile ed è li che è nata la tragedia di una decisione che anzichè essere condivisa è diventata oggetto di una guerra disumana. Questo è il fallimento di cui tutti noi dovremmo essere consapevoli e da cui ripartire per evitare casi del genere.”

“Lo stato non può avere diritto di vita e di morte sui suoi cittadini, la mia posizione è molto precisa. Questa decisione dei giudici testimonia un accanimento giudiziario che è altrettanto grave dell’accanimento terapeutico. La libertà di cura significa anche libertà di spostarsi, cosa che è stata negata. Mi sento come cittadina Europea un po’ preoccupata, preoccupata da questa arroganza, da questa durezza che non sente ragioni.

I genitori di Alfie non sono stati ascoltati, il patto di fiducia fra medici e famiglie, la bioetica relazionale a cui penso, è qualcosa che tiene conto delle esigenze di tutti e lavora ovviamente con fatica. Anche accompagnare a morire fa parte di un’etica della cura, non è soltanto la guarigione. Ho l’impressione che i genitori di Alfie, molto giovani, non hanno probabilmente capito la reale situazione, che non sia stata spiegata bene loro la condizione del figlio

Andrea Lupoli

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