Giornata Mondiale della Salute Mentale, un momento di sensibilizzazione nei confronti di una “galassia” di patologie caratterizzate da un profondo disagio fisico oltre che psichico. I numeri parlano chiaro:

La depressione è donna; il disturbo dilaga tra gli anziani – Tale tipologia di disagio aumenta con l’età; infatti, la prevalenza è pari al 2,2% nella fascia di età 15-44 anni e sale al 19,5% tra gli ultra 75enni. Inoltre, presenta significative differenze di genere a svantaggio delle donne, in particolare tra le over 75 anni dove quasi una donna su quattro soffre di sintomi depressivi (23,0%) a fronte del 14,2% tra gli uomini. Dai dati pubblicati dal Ministero della Salute, le donne con disturbo depressivo sono quasi il doppio degli uomini anche tra gli utenti dei servizi specialistici per la salute mentale (con un tasso di 28 per 10.000 abitanti negli uomini vs 47 per 10.000 nelle donne). I sintomi depressivi più gravi sono particolarmente elevati nella fascia di età più anziana, sopra i 75 anni, nella quale la prevalenza si attesta al 10,2%, (7,0% uomini e 12,3% donne) (cfr. Grafico 1).

Il male di vivere interessa soprattutto Centro, Sud ed Isole – I disturbi depressivi sono più frequentemente presenti tra i residenti nelle regioni centrali e meridionali, in particolare in Umbria (9,5%) e Sardegna (7,3%), significativamente superiori ai dati del Trentino-Alto Adige (2,8%) e della Lombardia (4,3%).

La depressione colpisce le persone più vulnerabili sul fronte socio-economico –  Tra coloro che hanno più di 35 anni e un basso livello di istruzione le prevalenze di questi disturbi è quasi il doppio di quella osservata tra i coetanei con titoli di studio elevato. In particolare, si attesta, rispettivamente, al 3,4% vs 7,5% per gli adulti della fascia di età 35-64 anni e al 6,3% vs 16,6% tra gli anziani. I divari sono significativi anche rispetto alle condizioni economiche; infatti, la prevalenza tra i soggetti adulti appartenenti ai due quinti di reddito più bassi mostrano prevalenze del disturbo quasi doppie rispetto ai coetanei appartenenti ai due quinti più alti, mentre il divario si attenua leggermente nelle classi di popolazione anziana. I divari territoriali osservati permangono anche a parità di livello di istruzione e condizione economica, a conferma dello svantaggio delle regioni del Centro-Sud ed Isole rispetto alle aree del Nord.

Depressione e ansia incrinano la qualità della vita – Il 25,4% delle persone adulte con questi problemi soffre di limitazioni importanti nello svolgimento delle attività quotidiane. I disturbi che impattano di più sono il calo di concentrazione (57,4%) e la minore resa (57,7%).

“Identikit” di depressione o ansia – Le persone che ne soffrono hanno la tendenza verso comportamenti poco salubri o a rischio per la salute; infatti, il 28,3% di queste persone fuma abitualmente, quota che scende al 20,6% tra coloro che non presentano tale patologia. Inoltre, si riscontra un rischio più elevato di lesioni in incidenti domestici: il 4,1% tra coloro che soffrono di un disturbo depressivo vs l’1,1% osservato nel resto della popolazione.

Intervistato nel corso del programma “Genetica Oggi” su Radio Cusano Campus il Dott. Alessandro Solipaca, Direttore scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, ha spiegato come: “Oltre alle attività di cura e assistenza sarà importante attivare delle azioni efficaci nell’ambito della prevenzione primaria della depressione, per esempio attraverso progetti di intervento nelle scuole volti all’individuazione dei soggetti a rischio su cui effettuare un intervento precoce e attraverso un’attenzione particolare alle fasce di popolazione più anziane, che come abbiamo visto sono le più a rischio, con programmi finalizzati a incrementare l’attività fisica e ridurre l’isolamento sociale per limitare il rischio di depressione nella fase avanzata della vita”.

Andrea Lupoli

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